La decisione del Governo Italiano non è stata accolta favorevolmente dai club calcistici: è cupo lo scenario dipinto dal giornalista
Con una mossa che ha rappresentato a tutti gli effetti un ripensamento rispetto alle ultime dichiarazioni nonchè alle indiscrezioni provenienti da tutta la stampa politica, il Il Governo italiano ha deciso di non concedere la proroga per il famoso Decreto Crescita, introdotto nel 2019 come misura di agevolazione fiscale di cui ha beneficiato anche il mondo del calcio.
Sembrava ormai certo che il provedimento sarebbe stato esteso fino al 29 febbraio del 2024, per consentire alle società italiane di operare sul calciomercato di gennaio alle stesse condizioni di vantaggio – rispetto alla concorrenza estera – utilizzate negli ultimi anni.
Il dietrofront del Governo, che ha annullato il Decreto con effetto immediato dal 1 gennaio del 2024, pone in essere problemi non di poco conto. Sull’argomento si erano già espressi con toni catastrofici sia l’Ad del Milan Giorgio Furlani – che aveva parlato qualche settimana fa, prima che circolasse l’indiscrezione sulla proroga – che quello dell’Inter, Giuseppe Marotta. Quest’ultimo ha ribadito il concetto degli effetti negativi sul calcio italiano appena appresa la notizia, nell’immediato pre-partita di Genoa-Inter.
A partire dal primo giorno del nuovo anno, quindi, le società non potranno più godere dello sconto che consentiva di applicare il 25% di tassazione, invece del 45% sugli stipendi erogati.
Un vantaggio innegabile, che aveva colmato in parte la grande differenza di disponibilità economica tra i club del nostro calcio e quelli stranieri. Con particolare riferimento allo strapotere economico della Premier League. Tutto è destinato ora a restare uno sfumato ricordo. Una nuova triste realtà con cui fare i conti.
Pellegatti e gli effetti dell’abolizione del Decreto Crescita sul Milan
Intervenuto in diretta a TvPlay, il canale Twitch di Calciomercato.it, il giornalista-tifoso del Milan Carlo Pellegatti non ha usato troppi giri di parole per commentare cosa cambia, in termini di libertà di manovra sul mercato, con l’abbandono della suddetta agevolazione fiscale.
“Per i dirigenti del Milan, il concetto è simile a quello di Marotta. Per loro l’abolizione del Decreto Crescita sarà la distruzione del calcio italiano. Un disastro, insomma“, ha esordito.
“I vivai vivono dei soldi del club che arrivano grazie alle vittorie, alla caratura della rosa e agli introiti degli sponsor. In questo modo però ci saranno meno ricavi. Tolto qualche giocatore della Nazionale, in questo momento non ci sono campioni italiani. Ad esempio Baldanzi è un giocatore bravo ma l’Empoli fa una richiesta di 15/20 milioni di euro, ma il Milan a quelle cifre ha potuto prendere Pulisic che è un giocatore con una caratura molto diversa“, ha chiosato un preoccupato Pellegatti.