Il terremoto della Superlega si abbatte sulla nostra Serie A: massimo campionato senza l’Inter, il Milan e la Juventus
Definirla una sentenza storica, per una volta, non è esagerato perfino per un mondo del calcio abituato alle iperboli e all’enfasi. D’altronde, il verdetto della Corte di Giustizia dell’Ue è una sorta di tsunami che cambia la faccia al mondo del calcio: dimenticate, dunque, il pallone così come lo abbiamo sempre conosciuto perché all’orizzonte c’è una rivoluzione copernicana.
Tutto parte – come è noto – dalla querelle tra i promotori della Superlega e la Fifa e l’Uefa “le cui norme sull’approvazione preventiva delle competizioni calcistiche interclub, come la Super League, sono contrarie al diritto dell’Ue, alla concorrenza e alla libera prestazioni dei servizi, hanno sentenziato i giudici della Corte di Giustizia dell’Ue che hanno ravvisato l’assenza di un “quadro che garantisca che le norme Fifa e Uefa siano trasparenti, obiettive e non discriminatorie“.
Insomma, una sentenza che è il crepuscolo del monopolio dell’Uefa e della Fifa, sanzionate per l’appunto per ‘abuso di posizione dominante’, e che nel contempo è l’atto di nascita della Superlega che ormai è una realtà con cui bisogna fare i conti.
Ravezzani: “Serie A senza Inter, Milan, Napoli e Juve un torneo di bocce”
E ora che succederà? È la domanda che rimbalza di tifoso in tifoso. Per il momento si registra che il format della Superlega nel frattempo è radicalmente mutato da quello presentato la notte del 19 aprile del 2021 con una tempistica e modalità golpistiche: non più un ristretto club a inviti ma, come si è affrettata a rendere noto la A22 Sports Management, un torneo a 64 squadre divise in tre leghe, con promozioni e retrocessioni.
Nell’esordio della competizione i club saranno selezionati sulla base di un indice trasparente e basato sul merito sportivo. Inoltre, è prevista una piattaforma streaming per la visione gratuita dei match. Insomma, ci sono i presupposti per convincere anche i critici che paventano che la Superlega possa essere il de profundis dei campionati nazionali oltre a determinare l’allargamento della forbice tra l’aristocrazia dei club ricchi e il proletariato di quelli con minori risorse economiche.
Ma cosa sarebbe la nostra Serie A senza, ad esempio, la Juve, il Napoli, il Milan e l’Inter? Se l’è chiesto anche il giornalista Fabio Ravezzani. Ebbene, la sua risposta, affidata a un post su ‘X’, è tranchant: “Avrebbe l’interesse di un torneo di bocce. Zero sponsor e pay tv, contribuzione al Coni ridotta a zero“.
Parole che suonano come un j’accuse all’indirizzo delle istituzioni calcistiche italiane ree, per Ravezzani, di non aver mai creato i presupposti per consentire alle big italiane di crescere economicamente in modo da poter competere alla pari con i top club europei: “Quando dico che l’idea di affossare questi club è da deficienti, mi riferisco a questo“. Insomma, in Italia si sono pure 60 milioni di Commissari tecnici ma i dirigenti competenti – evidentemente – si contano sulle dita di una mano.