Il Milan ha attirato un gran numero di critiche nelle ultime ore, dopo l’ennesimo passo falso contro il Lecce. Stavolta, però, non sono rivolte direttamente alla squadra
La squadra di Stefano Pioli si è imbattuta in un altro passo falso in Serie A, quello contro il Lecce. La partita si era messa decisamente bene, e non è la prima volta che capita, ma poi i rossoneri si sono fatti rimontare sul 2-2 da una delle squadre più in difficoltà del nostro campionato nell’ultimo periodo.
Le critiche non mancano e sotto tutti i punti di vista: sotto accusa c’è la mentalità della squadra, a cui bastava una fase difensiva scrupolosa per tirar fuori il massimo risultato, ma ci sono anche le scelte dell’allenatore, che anche in questo caso non ha convinto. Si stanno mettendo in mezzo anche una serie spaventosa di infortuni e un calciomercato estivo che inizialmente sembrava il migliore in Italia, ma che ha portato in rossonero molti elementi che non stanno rendendo al massimo delle loro possibilità. Dopo la pausa per le Nazionali, ci si attende una reazione importante da parte del diavolo, che ora non può più sbagliare per recuperare terreno su Inter e Juventus. Intanto, a finire nel mirino dell’accusa è anche un altro lato non proprio vicino al campo.
Il Milan travolto dalle critiche: Furlani finisce sotto accusa
Tifosi e addetti ai lavori non possono esimersi dal puntare il dito anche contro la società e il management rossonero. Scaroni non era presente allo stadio, ma neppure Furlani.
Fabio Ravezzani punta il dito proprio sul dirigente dal suo profilo X (ex Twitter): “Se non era a Lecce perché impegnato nell’inaugurazione di un Milan club a Dubai ha commesso un errore grave, tanto più che non c’era nemmeno Scaroni”, sottolineando subito dopo che in questi casi la dirigenza deve essere in prima linea. In molti hanno commentato dando ragione al giornalista ed evidenziando la mancanza di Paolo Maldini, il cui rapporto con la società si è chiuso la scorsa estate e che ora potrebbe ripartire dall’Arabia Saudita. La sensazione è che ci sia uno scollamento tra chi comanda e il campo, ma soprattutto che i freddi numeri non possano sostituire l’alchimia del gruppo e la mentalità vincente. Starà al Milan dimostrare di essere quello di un paio di anni fa e tornare a macinare punti in Serie A come in Champions League.