L’ex giocatore, intervenuto a Tv Play, ha parlato del rendimento del talento rossonero: parole che fanno riflettere
In una settimana, si è ribaltato (quasi) tutto. Il Milan ha avuto un brusco risveglio alla ripresa delle operazioni dopo la sosta delle nazionali, perdendo la testa della classifica della Serie A, conquistata dopo la rocambolesca vittoria di Marassi, e aggravando la sua situazione nel Gruppo F in Champions League. I cattivi presagi, sostiene qualcuno, si erano già visti con gli infortuni di Chukwueze, Okafor e Sportiello, che hanno allungato la lista degli indisponibili per il match con la Juve.
Contro i bianconeri il Diavolo, complice anche l’improvvida espulsione di Malick Thiaw, si è arreso, colpito al cuore dal gol dell’ex Manuel Locatelli. Le cose non sono andate affatto meglio tre giorni dopo, a Parigi, quando i ragazzi di Pioli hanno preso tre schiaffi dal PSG, continuando nell’incredibile astinenza dal gol in Europa.
Considerando anche il doppio derby dello scorso anno – la semifinale che consentì all’Inter di arrivare alla finale di Istanbul – il Milan è arrivato a cinque partite consecutive senza segnare. Ovviamente sul banco degli imputati è finito anche lui, Rafael Leao, che non ha certo brillato nelle ultime due uscite stagionali. Sul momento del portoghese, e sul suo status nelle inevitabili categorizzazioni che ne conseguono, è intervenuto l’ex calciatore Stefano Fiore, che ha parlato ai microfoni di Tv Play
Dopo aver incassato le critiche del ‘solito’ Arrigo Sacchi, e di altri illustri addetti ai lavori nonché tifosi milanisti DOC – leggi Carlo Pellegatti – Rafael Leao è chiamato a rispondere sul campo. Con prestazioni, assist e gol. L’apporto dell’ex Lille nelle prime due gare del ciclo terribile è stato insufficiente. Il portoghese ci ha provato, senza nemmeno avere la fortuna dalla sua parte.
Contro la juve è rimasto isolato davanti con la squadra ridotta in 10 uomini; contro l’undici di Luis Enrique ha invece pagato la scarsa collaborazione dei compagni sul fronte offensivo. Leao è certamente chiamato però a dare di più, come sottolineato dallo stesso ex nazionale azzurro.
“Se vuole diventare un giocatore di altissimo livello, alla pari di altri campioni, Leao deve fare molto di più. Un grande giocatore si vede nei momenti difficili ed è nell’atteggiamento che si vede un uomo squadra. Non basta il talento perché servono anche certi comportamenti“, ha detto Fiore.
Insomma, il lusitano deve cambiare marcia se non vuole attirarsi altre critiche. Dai suoi piedi, dalla sua velocità e dal suo essere decisivo passa anche la ‘rinascita’ del Milan, che non può permettersi altri passi falsi in questa fase della stagione.