Paola Ferrari tornerà in onda da domenica, riprendendo il timone di 90° minuto e non manca di tirare qualche frecciata.
La giornalista sarà così in onda nella nota trasmissione Rai, un ritorno per lei che aveva avuto anche qualche frizione nel servizio pubblico. E ricorda come negli ultimi tempi non abbia avuto proprio vita facile.
Paola Ferrari è entrata nella storia del giornalismo italiano come prima donna a condurre un programma sportivo, quando nel 2003 divenne a sorpresa la guida di 90° minuto. Esperienza durata per due stagioni, prima della clamorosa perdita dei diritti tv della Rai, per poi proseguire con quest’avventura in maniera non consecutiva per altre cinque occasioni, e tornando ora più combattiva che mai.
L’ottava sua personalissima edizione inizierà da questa domenica alle 19.40, cercando di rivitalizzare un programma ben lontano dalla sua storia, a cui la scorsa stagione avevano tolto addirittura la storica sigla. La conduttrice ora si fa paladina di chi i gol vuole vederli gratis e nel frattempo ricorda la sua sofferenza per essere stata messa ai margini, qualche tempo fa.
Lo sfogo della Ferrari sulla Rai
La conduttrice è stata spesso pungente nelle sue dichiarazioni, da esperta donna della tv sa come è meglio non perdersi in fronzoli e dire la verità, anche se spesso è scomoda. Ha confermato a Nuovo tv come ci siano stati dei problemi proprio nel reparto della tv pubblica: “Qualcuno dice che riprendo ciò che era mio, ma in realtà non lo è: al massimo lo è dei telespettatori!”.
La carriera di Paola Ferrari ha avuto uno stop quando è stata esclusa dal palinsesto per il Mondiale 2022. Per la conduttrice, una delle più esperte in materia (e lo ha dimostrato anche ad Euro 2020) è stato un colpo difficile da mandare giù: “Quando ti fanno del male in modo gratuito ti resta addosso la rabbia, è normale. Vedersi dare uno spintone dalla sera alla mattina è stata una mancanza di rispetto”.
Parlando di calcio, emerge anche un pensiero originale sul nuovo allenatore della Nazionale. Paola Ferrari ha chiarito come il ciclo di Mancini sia finito con la scomparsa di Vialli, e valuta ora l’operato di Spalletti: “Non sono una sua fan e lo dico chiaramente, ma concordo con la scelta di Gravina nel prendere uno dei migliori allenatori su piazza. È però concentrato molto su se stesso, avrei preferito Antonio Conte. Sarebbe stato bello riprendere quel fil rouge che c’era da quella eliminazione ai rigori negli Europei del 2016”.