C’è un clima già abbastanza pepato per quanto riguarda l’Arabia Saudita di Roberto Mancini con una frase che lascia allibiti.
Se l’ex ct dell’Italia si lamentava del trattamento della stampa italiana, di certo le polemiche non mancano nemmeno dall’altra parte del mondo. Dove, tra favorevoli al tecnico e contrari, con i paragoni sono molto più cruenti, lasciando un mare di polemiche già all’inizio della sua avventura.
L’esordio di Roberto Mancini da ct dell’Arabia Saudita non è stato memorabile. Sono arrivate le prime sconfitte, ma consideriamo anche la forza di una nazionale che non brilla di certo per qualità tecnica, pur avendo battuto ai mondiali – nella gara d’esordio – l’Argentina poi diventata iridata.
Erano i tempi di Renard, ora invece c’è l’epoca Mancini, tecnico al quale si chiede anche l’impossibile visto il lauto ingaggio. Il calcio arabo vuole fare le cose in grande, gli stipendi sono maxi ma anche le critiche. I paragoni, che si parli bene del mister o meno, diventano molto più crudi.
Un braccio… per Mancini, c’è l’accusa
Nonostante la falsa partenza, c’è chi però ha difeso il commissario tecnico. Quanti hanno giocato a calcio in terra saudita hanno preso le difese del neo ct arabo. Il calcio degli sceicchi è rimasto colpito dal paragone fatto da Mohamed Al-Deayea, che ha disputato quattro mondiali con l’Arabia e ha vinto la coppa d’Asia nel 1996. Una istituzione in patria e come tale ha decisamente un impatto importante: ha ammesso come si taglierebbe un braccio convinto che le convocazioni non siano frutto del neo ct Mancini.
L’ex bandiera calcistica ha così posto sotto accusa quanti ruotano intorno al commissario tecnico italiano, Roberto Mancini non sarebbe stato aiutato nelle scelte, anzi ci sarebbe stato poco margine per le idee del neo arrivato. Al-Deayea è stato duro, in particolare, con uno staff della nazionale che sembra esser rimasto su vecchie idee calcistiche, servirà un vero cambio di mentalità approfittando di un mister dal lungo palmares vincente.
“L’Arabia Saudita è una squadra fallita – la chiosa dell’ex campione saudita – che continuerà a fallire se perseguirà le sue idee, risultano molto sterili quando c’è da combattere in campo. Sono pronto a tagliarmi un braccio se il signor Mancini ha scelto i convocati di questa nazionale”. Non che ci sia l’imbarazzo della scelta per i sauditi, resterà da capire se si seguirà il modello del Qatar, ovvero di puntare su qualche naturalizzazione. I tanti campioni potrebbero però aiutare gli autoctoni a crescere, ci sarà bisogno di tempo e pazienza.