Una cosa ormai è certa, in Inghilterra non è più una sorpresa ma uno dei migliori della Premier League: ecco il Brighton di De Zerbi
La Premier League è tornata più arrembante che mai è come sempre regala spunti di riflessione con una squadra in particolare che, nonostante le cessioni estive, continua a essere la formazione da battere.
Nella seconda giornata di Premier il Brighton contro il Wolverhampton ha dimostrato ancora una volta di essere un team inarrestabile e capace di mettere in pratica i dettami tecnico-tattici di Roberto De Zerbi che ormai in Inghilterra non fa più notizia: è lui l’allenatore da battere che ha dimostrato di saper lavorare con chiunque abbia a cuore la storia e il prestigio dei Seagulls.
Mitoma apre, Estupinan mette la freccia mentre Marsch ne mette a segno due reti in poco più di tre minuti. Una macchina inarrestabile e che non sembra avere ostacoli. E la curiosità aumenta ancora se si pensa alla prossima Europa League dove questo Brighton ha l’obbligo morale di provare ad infastidire le altre big.
In Inghilterra non lo considerano più una sorpresa bensì l’allenatore che più degli altri è stato capace di valorizzare il materiale a disposizione. Dopo le cessioni pesantissime di Alexis McAllister e Moisès Caicedo, il Brighton non ha cambiato volto proponendo il medesimo gioco della passata stagione. La mano di De Zerbi si dimostra tale a prescindere dai giocatori coinvolti nell’ambizioso progetto del club biancoblu.
In una recente intervista alla Gazzetta dello Sport, l’ex tecnico del Sassuolo ha parlato a cuore aperto di tantissime questioni, dall’esperienza in Inghilterra al Brighton al suo percorso di crescita sia come allenatore che come calciatore. “Al momento stiamo iniziando la mia stagione più importante, quella della conferma“, afferma De Zerbi. “Il mio Brighton è la squadra che meno mi assomiglia tatticamente ma più mi assomiglia come anima”.
Sul suo passato da calciatore, De Zerbi ricorda il Milan di Capello che visse in prima persona: “Devo tanto a quel Milan, ho avuto la fortuna di crescere in quell’epoca. “Il migliore? Senza alcun dubbio Boban, sia dentro che fuori dal campo”. Poi un pensiero per Pep Guardiola che più volte l’ha lodato in passato: “Pep e io siamo amici, quando sono arrivato in Inghilterra mi ha telefonato e mi è sempre stato vicino“.