L’addio di Schumacher lascia i tifosi senza parole: ecco emergere una verità che regala amarezza e che fa di certo riflettere.
Ha vissuto e ci ha regalato le gioie di una carriera straordinaria, costellata di successi incredibili, al punto che, probabilmente, nemmeno lui stesso, quando ha iniziato, avrebbe immaginato di arrivare fin dove talento, audacia e un pizzico di buona sorte lo avrebbero condotto.
Michael Schumacher, nell’immaginario collettivo, sarà sempre Il Campione per eccellenza, l’uomo capace di conquistare sette meravigliosi titoli mondiali, e soprattutto non solo il pilota vincente, ma anche l’uomo geniale che sapeva intuire i problemi e le necessità delle sue vetture meglio di qualunque meccanico.
Senza dimenticare che, fino al tragico e casuale incidente sugli sci che ha mutato radicalmente la sua e probabilmente anche la nostra vita di sportivi, Michael era il migliore comunicatore di se stesso. Se quel maledetto giorno non avesse deciso per quel pericoloso fuori pista che gli fece sbattere la testa in modo violentissimo e lo mandò in coma, un incidente che da anni lo costringe a letto immobile, Schumi avrebbe potuto realizzare tutto ciò che voleva nella sua vita. Non abbiamo dubbi in tal senso.
Probabilmente avrebbe corso ancora, oppure avrebbe fondato una sua scuderia di Formula Uno, o magari si sarebbe cimentato in altri sport, del resto fisico e cervello glielo avrebbero di certo permesso. E poi aveva costruito una famiglia solida, meravigliosa, con l’affezionata moglie Corinna e il figlio Mick che ha cercato, fin ora, senza successo, di ripercorrere le sue orme.
Chi aveva pronosticato, da subito, per il ragazzo, una carriera folgorante, sulle orme del padre, si sbagliava di grosso. Profondamente diversi nel modo di interpretare le gare, Michael e Mick, quasi certamente, rimarranno semplicemente, e prima di tutto, come è giusto che sia, padre e figlio.
Non è scritto da nessuna parte che “il piccolo Schumacher” debba per forza di cose vincere sette titoli mondiali come il padre, va lasciato sereno di percorrere le sue tappe, di vita e di pilota. La delusione per l’approdo alla Mercedes ma solo in veste di collaudatore è enorme: questo vuol dire che per il momento non lo vedremo più gareggiare in una gara ufficiale.
Pochi di noi hanno potuto nascondere l’emozione nel vederlo approdare alla Ferrari Academy, poi, però, qualcosa non ha funzionato, e le valanghe di vittorie che qualcuno aveva forse troppo frettolosamente pronosticato per lui non sono arrivate.
Le cose alla Haas non sono andate come prima di tutto Mick sperava. Puntare su un pilota di esperienza come Nico Hulkenberg in sostituzione di Mick Schumacher è stata, a detta dei vertici della scuderia, la scelta giusta, un po’ meno il modo in cui si è arrivati alla decisione e come sia stato gestito il periodo che ha fatto seguito all’addio di Mick. La separazione non è avvenuta certo in maniera indolore e fa specie perche Gunther Steiner avrebbe potuto e dovuto avere un approccio diverso per comunicare a Mick la separazione, ma fosse almeno per il rispetto che tutti devono a papà Michael.