Emerge un racconto sorprendente che riguarda Berlusconi e l’esonero di Mihajlovic dalla panchina del Milan nel 2016.
Silvio Berlusconi è stato proprietario del Milan per 31 anni e, ovviamente, gli è capitato di esonerare qualche allenatore. Il primo fu il leggendario Nils Liedholm, che aveva ereditato dalla gestione precedente e a inizio aprile 1987 venne licenziato dopo la sconfitta in campionato contro l’Avellino.
Il secondo fu Oscar Washington Tabarez, arrivato nell’estate 1996 al posto di Fabio Capello e che durò solo 11 giornate di Serie A. Dopo la sconfitta per 3-2 a Piacenza l’allora presidente rossonero decise di cacciarlo. Il terzo è Alberto Zaccheroni, vincitore dello Scudetto del Centenario nel 1999 ed esonerato nel marzo 2001 in seguito all’eliminazione in Champion League per mano del Deportivo La Coruna.
Poi è toccato a Fatih Terim nel novembre 2001, a Massimiliano Allegri nel gennaio 2014, a Clarence Seedorf nel giugno 2014 e a Filippo Inzaghi nel giugno 2015. L’ultimo esonero è stato quello di Sinisa Mihajlovic nell’aprile 2016.
Milan, Berlusconi e Mihajlovic: cosa successe
Mihajlovic era approdato al Milan come successore di Inzaghi, venendo preferito a Maurizio Sarri. Quest’ultimo aveva fatto benissimo all’Empoli e sembrava veramente a un passo dalla panchina rossonera, ma poi Adriano Galliani cambiò idea quando lesse che aveva dichiarato: “Renzi è addirittura peggio di Berlusconi“. Considerazioni politiche che non piacquero.
Il Milan alla fine ingaggiò Mihajlovic e fece anche una campagna acquisti dispendiosa: 33 milioni di euro per Carlos Bacca, 25 per Alessio Romagnoli, 21 per Andrea Bertolacci, 14 per Luiz Adriano e 4 per Juraj Kucka. Nonostante gli investimenti, la stagione è stata abbastanza deludente.
Da parte di Berlusconi non mancarono delle frecciate all’allenatore serbo per il gioco e i risultati non entusiasmanti della squadra. Dopo la sconfitta contro la Juventus ad aprile 2016 l’esonero, che il patron del Milan rivendicò in un post su Facebook molto criticato dai tifosi.
Berlusconi si disse convinto di aver preso la giusta decisione sollevando Sinisa dal suo incarico e promuovendo dalla Primavera il suo pupillo Cristian Brocchi. Poi neanche quest’ultimo è riuscito a fare grandi risultati e, infatti, non è rimasto.
In queste ore è emerso un retroscena decisamente sorprendente sulla scelta dell’ex proprietario rossonero. Il suo vecchio collaboratore Carlo Grazia ha raccontato all’agenzia Adnkronos che in occasione di una chiamata a Palazzo Grazioli si discusse dell’esonero di Mihajlovic e Berlusconi rispose: “Non posso mandare a casa uno che ha cinque figli“.
Non è stato specificato in quale momento avvenne questo episodio, comunque fa onore all’ex patron del Milan il fatto di aver pensato alla famiglia di Sinisa. Questo retroscena non era mai emerso prima.