La scomparsa di Siniša Mihajlović è stata un colpo per tutti gli amanti del calcio in Italia, e molti ricordano ancora con affetto l’ex calciatore serbo: il racconto di un amico commuove tutto il Paese
Il 16 dicembre 2022 una notizia ha sconvolto l’intero mondo del calcio. Dopo una lunga battaglia contro la leucemia, che durava da più di tre anni, Siniša Mihajlović ci ha lasciati. La scomparsa dell’ex calciatore e allenatore ha colpito non solo i tifosi delle squadre per le quali ha giocato o che ha allenato, ma tutti gli appassionati in Italia e all’estero, che hanno tifato per lui durante la partita più importante della sua vita.
Uno dei più cari amici dell’ex Lazio ed Inter era il giornalista Vittorio Feltri, direttore del quotidiano Libero. Sconvolto dalla notizia della morte dell’amico, l’attuale consigliere regionale della Lombardia ha scritto un lungo editoriale sulle pagine del proprio giornale, ricordando l’ultima telefonata fatta dal tecnico, e facendo commuovere tutta Italia.
Nell’articolo, scritto pochi giorni dopo la morte dell’ex difensore, Vittorio Feltri ricorda di aver parlato con Mihajlović pochi giorni prima, e di averlo sentito provato a causa della lunga malattia. L’amico, però, aveva tentato di tranquillizzarlo: “Mi aveva telefonato. Lo faceva spesso, ma questa volta la sua voce era più inquieta del solito e questo mi dava dei pensieri. Mi ha parlato della sua malattia con tranquillità. Mi ha detto: ‘Combatto, ma sento che è dura’. Quando ho saputo che era morto, mi è venuto qualcosa in gola. Noi vecchi ormai fatichiamo a trattenere le lacrime di commozione”.
Il direttore di Libero continua parlando della sua reazione e del maldestro tentativo di nascondere le lacrime: “Un collega era entrato nella mia stanza chiedendomi perché piangessi. Ho risposto con una bugia: ‘Colpa del raffreddore, continuo a starnutire e i miei occhi si inumidiscono. Mi piace ricordare Sinisa per ciò che è stato. Una persona altruista, buona”.
La conclusione riguarda il loro rapporto e la loro lunga amicizia: “Non so perché gli fossi simpatico, forse perché da giovane mi divertivo col pallone anche se facevo schifo. Oppure perché noi parlavamo di tutto sempre in tono scherzoso. Negli ultimi tempi la malattia lo stava divorando, la sua voce era anche dolce. Ciao amico caro e gentile. Se esistesse il Paradiso, lo trasformeresti in uno stadio dove calciare le punizioni verso gli infedeli”.