La Serie A è entrata nel vivo con il match di campionato tra Milan e Torino, valevole per la 22esima giornata con i rossoneri che hanno giocato a San Siro.
Un turno che è iniziato con le dichiarazioni di un ex presidente di Serie A che hanno lasciato di stucco i tanti addetti ai lavori e gli ex sostenitori… che non hanno comunque un buon ricordo di lui.
Una situazione paradossale che sta vivendo un club che lotta per non retrocedere ed è reduce da une beffa clamorosa nell’ultima giornata di campionato.
L’ex Presidente di uno dei club di Serie A ha raccontato gli ultimi mesi difficili, in cui ha spiegato cosa ha vissuto e, soprattutto le minacce subite.
Intervistato da LaPresse, Massimo Ferrero, ex presidente della Sampdoria si è rivolto ai tifosi blucerchiati che lo contestano da diverso tempo.
L’ex numero uno della Sampdoria si è offerto per dare una mano per aiutare il club con i sostenitori che non ne vogliono sapere e lo vorrebbero lontano da Marassi e dal mondo blucerchiati.
Massimo Ferrero ai tifosi della Sampdoria: le dichiarazioni dell’ex presidente
“Cari tifosi, basta minacciarmi, non lo dico perché ho paura. Ho 70 anni, mi volete uccidere? Sono un morto che cammina. Vedere la Sampdoria così mi ha già ucciso”
L’ex Presidente ha spiegato cosa gli è accaduto negli ultimi anni con un aneddoto che riguarda anche l’ex vice presidente di Confindustria Edoardo Garrone: “Se volete vengo a vedere una partita in gradinata, così se esco vivo significa che abbiamo fatto pace, altrimenti esco in barella come volete voi. Di pallottole a casa me ne sono arrivare tre, due tre anni fa in una busta che mi diceva che mi uccidevano, e ultimamente me ne è arrivata un’altra che minacciava me e il dottor Garrone.
Lui ha perso tantissimi soldi, si è offerto per darci una mano, io sono il primo a dire che lui non c’entra niente e di questo lo ringrazio. Ha già salvato la Sampdoria circa 12 anni fa e si è offerto di farlo anche adesso”.
E ancora Massimo Ferrero: “Dovremmo dire grazie a Garrone, se andiamo da lui e gli diciamo grazie una mano ce la dà. Lui è doriano nelle vene. E’ arrivata una pallottola a me e a lui, questo è brutto, non è calcio, non è sport. Ho denunciato queste minacce e anche altre di tutti i tifosi contro di me, si sono permessi di dire che se vado a Genova la Digos mi deve fermare, ma forse deve fermare questi tifosi violenti e non farli più entrare nello stadio. Ho i ragazzini, ho paura di andare in giro”.