Zdenek Zeman mai banale, l’ex allenatore del Foggia ha parlato a Mediaset durante la presentazione della sua autobiografia.
Il boemo ha riaperto ancora una volta la polemica sull’utilizzo dei farmaci nel calcio dopo le parole di Dino Baggio che hanno creato scompiglio.
Zdenek Zeman, ex allenatore di Roma, Pescara e Foggia si è soffermato sull’argomento doping “rispondendo” anche alle paure di alcuni calciatori.
“È strano che certi calciatori si spaventino ora e non quando prendevano certe sostanze”. L’ex allenatore del Foggia ha risposto alla domanda secondo cui alcuni calciatori dal boemo allenati avrebbero preso dei farmaci senza che lui ne sapesse qualcosa.
“Purtroppo non posso escluderlo perché non si riesce a controllare tutto. Però quando parlavo ai medici, io non davo certe indicazioni”.
Non potevano non chiedere anche all’allenatore se ci fosse una connessione tra il doping e la morte di Milhajlovic e Vialli, entrambe avvenute recentemente.
Zeman e il doping: ecco il pensiero dell’allenatore boemo
“Mihajlovic e Vialli? No, le malattie arrivano a tutti. Secondo me non è cambiato niente, purtroppo. Questi ragazzi che ci pensano ora ci potevano pensare 25 anni fa, chiedendo cosa stessero prendendo e perché. Oggi è tardi”.
Le Iene hanno intervistato Zdenek Zeman, allenatore svincolato dopo l’ultima esperienza al Foggia, che già in passato aveva affrontato questa tematica.
Il doping è tornato in auge in modo particolare dopo le affermazioni di Da Dino Baggio ed altri ex calciatori, che quando giocavano utilizzavano dei farmaci, che pensavano fossero sostanze dopanti.
“Negli anni miei c’era il doping. E queste morti fanno paura. Bisognerebbe risalire a quello che abbiamo preso in quei periodi, bisognerebbe investigare un po’ sulle sostanze prese”.
Doping, Zeman: «Nel calcio non è cambiato nulla. Chi ha paura ora doveva pensarci prima»
— Notizie Italiane (@Italia_Notizie) February 6, 2023
Una constatazione dell’ex centrocampista di Parma e Juventus che voleva far riflettere con l’obiettivo, da parte dello stesso calciatore di poter prevenire anche in ottica futura.
Un tema poi affrontato anche dall’ex medico della Nazionale, il dott. Castellacci ai microfoni di Open.Online: “Le preoccupazioni in questo senso ci sono da sempre: non esistono ad oggi prove scientifiche che confermino un reale collegamento tra i farmaci di cui parlano gli atleti e i tumori. La riflessione urgente quindi dovrebbe essere fatta sulla frequenza molto più alta di questa malattia neurodegenerativa (la SLA) tra gli ex calciatori. Un’esigenza che riporta alla mente anche quello che è valso per il football americano e i traumi cranici. È ancora troppo poco quello che sappiamo. Credo si abbia il dovere di andare avanti”.