L’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi ha parlato di una partita di un po’ di tempo fa, Milan-Chievo
La Juventus sta attraversando un periodo molto delicato, perché si trova nel bel mezzo dell’inchiesta PRISMA che ha portato alle dimissioni di tutto il CdA. Andrea Agnelli e Pavel Nedved non hanno più ruoli nel club, mentre Arrivabene, uomo di John Elkann, manterrà il suo incarico in attesa di definire la nuova squadra dirigenziale. Proprio dell’inchiesta è tornato a parlare Luciano Moggi, ex direttore generale della Juve, che è tornato sull’argomento Calciopoli.
Sarà molto interessante capire quale sarà l’approccio della nuova Juventus sul fronte sportivo. Il direttore Cherubini e Massimiliano Allegri avranno un ruolo molto più importante. Almeno per adesso, infatti, la parte sportiva è completamente in mano a loro. E’ possibile l’ingresso in società di Alessandro Del Piero, che a dirla tutta farebbe anche riavvicinare i tifosi bianconeri al proprio club, dopo anni di disamoramento per la gestione della Juventus dei precedenti dirigenti e la mancanza di sensibilità. Per quanto riguarda il presente, Luciano Moggi ha parlato durante l’assemblea degli azionisti della Juve: “Hanno riaperto l’inchiesta delle plusvalenze perché hanno trovato elementi nuovi, se è vero questo è vero anche che anche Calciopoli dovrebbe essere riaperta. E’ una ferita ancora aperta, che né per noi e nemmeno per la Juventus -riporta CalcioeFinanz.it- si rimargina ancora”.
Juventus, le parole di Moggi su Calciopoli
Moggi dopo queste parole ha preso una chiavetta usb che riguarderebbe l’ex presidente della FIGC, Franco Carraro. Poi ha proseguito: “Carraro dice di non aiutare la Juventus, potete sentire voi le intercettazioni. L’ex dirigente del Milan di Berlusconi, Meani, dice all’arbitro per un Milan-Chievo finito 1-0: ‘Vedi che ti ho fatto avere 7 (in pagella, ndr)”. Poi prosegue Moggi: “Le squadre si fanno con criterio, la Juve non ha centrocampo e non bisognava pensare di rinforzare l’attacco, il discorso sportivo di Arrivabene non mi è piaciuto”. Parole chiarissime, che mettono in mostra la ferita ancora aperta per la Juventus, quella che vide uno scudetto revocato e non assegnato e un altro assegnato all’Inter. Ma negli ultimi anni le sentenze hanno parlato chiaro e il club bianconero ha sempre perso i ricorsi avanzati. Un discorso che nemmeno Andrea Agnelli aveva mai chiuso.
Juventus, cosa succederà con l’inchiesta Prisma
Non è ancora chiaro cosa succederà alla Juventus. La Procura sta lavorando per chiarire le cose, ma ai tifosi interessa ovviamente il fronte ‘sportivo’. Perché alla fine quello conta, il sistema va avanti perché i tifosi sono attaccati alla squadra e sul piano dirigenziale -a livello personale e di club- un tifoso è interessato all’evolversi della situazione. Ma fino a un certo punto, perché alla fine va in campo la squadra e vogliono giustamente capire se ci saranno dei punti di penalizzazione per ciò che sarebbe successo negli anni scorsi.